21/01/08

I miei fratelli

Lucy van Pelt ha due fratelli minori: Linus e Rerun (tradotto in italiano Ripresa o Replica).
Con i suoi fratelli, Lucy ha due rapporti completamente diversi. Con Linus è capricciosa, prepotente, violenta e demolitrice, con Rerun è materna.

Anch'io ho due fratelli più piccoli: uno più piccolo di me di 5 anni e l'altro  di 12. Chiamiamo T il più grande e P il più piccolo.
Con T è sempre stata guerra. Ricordo che quando aveva 3-4 anni mi divertivo a dargli schiaffi, senza motivo. Mi stava proprio sul c....osiddetto. Ritornando con la mente a quei tempi, mi verrebbe da dire che non sono stata una sorella maggiore "gelosa" del fratellino, ma forse, a ben rifletterci, ho mostrato la mia gelosia in maniera diversa da quel che si aspettavano gli altri.
Ricordo con precisione quando mia madre fece il test di gravidanza. Mio padre mi chiamò e mi spiegò cosa stava accadendo e mi disse "Se spunta un pallino blu significa che arriverà un fratellino o una sorellina". Io guardai lì dentro ed ho ancora davanti agli occhi l'immagine di quel pallino blu su sfondo giallo. Che a ben rifletterci non ha senso, probabilmente mischio quei colori confondendoli nei ricordi... così come ho la sensazione di aver guardato *dentro* qualcosa, in un oculare o roba simile, ma forse è solo perché mio padre mi faceva guardare spesso dentro il suo microscopio. Insomma, sono sicura di aver rielaborato e confuso con altri eventi tutto ciò che mi ricordo di quel momento, ma me lo ricordo. E mi ricordo anche che la notizia mi lasciò indifferente. Non ricordo né gioia né preoccupazione.
Ricordo quando nacque T, in clinica. C'era una bambina, figlia di un'altra neomamma, che correva con me nel corridoio della clinica. Si chiamava Virginia ed aveva un anno in più di me. Ricordo che suo padre ci rimproverò e ricordo con chiarezza che le mi bloccò al muro, proteggendomi dai rimproveri di suo padre, facendomi scudo col suo corpo.
Oggi direi che forse suo padre era un po' violento, ma può anche darsi che confonda gli avvenimenti.

E' incredibile: ricordo persino il nome di quella bambina ma non ricordo il viso di mio fratello.
Credo di aver lasciato che la nascita di un fratellino mi scivolasse addosso, forse sentivo che non c'era già più nulla da fare, che non potevo intervenire, chissà.

Poi crescendo, in qualche maniera abbiamo trovato un nostro equilibrio. Lui giocava con le bambole insieme a me e alle mie amichette, e gli davamo sempre la bambola più brutta. Mi ricordo che, quando mia nonna mi insegnò a cucire le gonne delle barbie, imparò anche lui e me ne fece un paio.

Il periodo peggiore, credo sia stato quello della mia pre-adolescenza e della sua infanzia, quando 5 anni di differenza facevano una ENORME differenza. Quando io avevo 12-13 anni e lui ne aveva 7-8... Ma poi, crescendo, ci siamo trovati ad un punto comune, ed oggi posso dire che ho un rapporto così forte e goliardico con lui, che sfido qualunque altra coppia di fratello e sorella ad essere così affiatati.

Con P è stato tutto diverso. Un giorno mia madre mi disse: sono incinta, ed io le risposi, infastidita, Auguri. Del rapporto con mia madre ne parlerò in un prossimo ciclo in 60 episodi, perché ne avrei da dire all'infinito.
Quando nacque P ricordo che aveva il naso pieno di piccoli puntolini bianchi, mi dissero che erano accumuli di grasso. Nemmeno di P ricordo emozioni particolarmente definite. La delusione, senza dubbio, di aver saputo che era maschietto, quando mio padre ci telefonò mentre eravamo da mia nonna per comunicarci la nascita.
Col senno del poi, sono felice che sia stato un maschietto, perché la mia proprietà privata è rimasta inviolata, al contrario di T che ha dovuto condividere con lui ogni cosa, dai vestiti, alla stanza, ai giocattoli.
Per me P è stato una specie di figlio. Lo dico sempre: lui è il mio primo figlio. Ero abbastanza grande e responsabile quando è nato, tanto che gli cambiavo i pannolini, gli davo il biberon, le pappine.... lo accudivo in tutto e per tutto, insomma. Anche per questo credo che più se ne fanno e più diventa facile crescere i figli, perché ci sono anche i fratelli maggiori che danno una mano.
Ricordo una volta, lui poteva avere 2-3 anni, che mi disse: miiiiiiiiiiih, peccato che siamo fratello e sorella e non ci possiamo sposare!
Anche lui mi vedeva come figura materna di secondo livello.

Nel 2008 io compirò 30 anni, T 25 e P 18. Età "storiche" per tutti e tre. Quindi abbiamo deciso che partiremo insieme per un viaggio, probabilmente in Danimarca, a vedere la città dei Lego, l'unico gioco che ci ha sempre coinvolti in tre e ad ogni età.

Metto tranquillamente i miei fratelli al primo posto nella graduatoria degli uomini della mia vita, a pari merito con mio marito. Forse se avrò un figlio maschio, li scalzerà tutti e tre dalla pole position, ma staranno sempre lì, in cima alla classifica.
T e P. Che per Natale mi hanno regalato una padellina di forma fallica... e mi hanno anche detto di averla ordinata su internet, perché nessuno dei due avrebbe mai avuto il coraggio di andarla a comprare di persona!!

Li ho detestati all'infinito, mi hanno fatto inca##are millemila volte, T e le sue irrequietezze mentali, P e la sua testardaggine, ma se non li avessi avuti mi sarebbe mancata metà della mia vita.
Chiaramente non darò mai loro la soddisfazione di dirglielo! ;-)

3 commenti:

GreenWitch ha detto...

E per i tuoi piacevoli racconti di vita quotidiana... ti meriti un oscar!

ricaminadia ha detto...

Sei bravissima a scrivere!!!!!!!!!!!

HanaBi75 ha detto...

e io che son figlia unica per destino e per volere dico che forse qualcosa mi manca... forse...