05/12/09

Riflessioni in sala attesa

Ambulatorio prenatale di un ospedale palermitano. Donne con pance più o meno evidenti discettano amabilmente di perineo, muscoli pelvici, capezzoli ed emorroidi come se fossero gli argomenti di conversazione più normali del mondo.
Una di loro sta per esplodere e terminare il ciclo degli incontri del corso di preparazione al parto e crede bene di esporre le sue nuove conoscenze acquisite anche alle altre astanti.
Sembra l'esperta mondiale di analgesia peridurale, sa elencare tutte le condizioni che rendono necessaria l'episiotomia, sostiene la tesi che un repentino attaccamento al seno sia di ottimo aiuto per il ritorno dell'utero alla normalità.
La chiamano. Si alza e mi passa davanti. Ha una pancia enorme, il viso indubbiamente gonfio e cammina coi piedi a papera.

Che ci faccio qui?
Ah, già. Woodstock.
E qual era il discorso?
Ah si. Che un figlio unico è triste... che i figli meglio farli quando si è giovani... si, ecco.
Ogni tanto bisogna ricordare i motivi che portano a certe scelte.

E quando inventeranno il teletrasporto per tirare fuori in maniera facile i bambini da dentro la pancia, sarà sempre troppo tardi...

3 commenti:

poveromabello ha detto...

Scelta saggia, sono sempre stato un figlio unico tristissimissimo :'(

yersiniapestis ha detto...

e poi che fine fanno le ostetriche della sala parto???

utente anonimo ha detto...

 D'accordo con poveromabello: essere figli unici è bruttissimo :'(.
Rory.