22/03/13

Giusto per...

Sono stata sommersa dai commenti di spam, magari se metto un nuovo post la ruota gira, oppure no... boh?

Comunque. Tanto per far sapere al mondo che sono sopravvissuta a questi 10 giorni.

Si è laureato mio fratello P, in lingue straniere, con 110 e lode. Maledetto. La somara della famiglia resterò per sempre io.

Mia nonna, dopo essere entrata e uscita dalla sala operatoria due volte in meno di 5 giorni, e aver sfiorato l'aldilà almeno tre volte, si sta riprendendo, dimostrando che prima le persone le facevano con degli stampini inattaccabili.

Io ho la mia adorata tonsilla destra gonfia e infiammata. La detesto. Che poi mi prende il dolore solo da un lato. Mi sento come se avessi degli spilli in gola e non c'è verso di alleviare il dolore. Dormo semiseduta per evitare di respirare con la bocca e peggiorare le situazione. So già che dovrò solo aspettare che la natura faccia il suo corso, ma è una cosa che mi da un fastidio e un disagio immane. E' lo stress, lo so. La mia tonsilla destra è uno dei miei tre segnali di stress: l'eruzione cutanea nella zona delicata delle braccia (tipo polso o parte interna dell'avambraccio), altresì detta anche "la morte atroce", in onore ai Cavalieri dello zodiaco; l'herpes labiale e la tonsilla destra. Pazienza.

Sul fronte letterario aspetto (coff coff) le recensioni di chi ha, un mesetto fa, ricevuto il file del mio romanzo... :-) Ripeto e ribadisco che NON VOGLIO opinioni forzatamente favorevoli. Se il mio romanzo vi è sembrato una c@c@ta e non siete riusciti a leggere oltre pagina 4 mi sta benissimo (cioè, ci resto di m*rda...) però vorrei sapere COSA non è piaciuto, PERCHE' non siete riusciti a proseguire nella lettura ecc ecc, in sincerità, amicizia e serenità d'animo. Mi da più fastidio sentirmi piantata in asso piuttosto che ricevere una recensione negativa di chi non è riuscito a leggerlo! Oh!

Poi... Vabbè, in questi giorni ho cucito interamente una coperta matrimoniale a patchwork, ma ve la mostro solo quando è terminata.

E questo è quanto.

12/03/13

Considerazione sul mio matrimonio

Ho capito che, nonostante tutto, le maleparti, le malerisposte, gli sfanculamenti più o meno espressi ed espliciti, fino a quando mio marito sarà capace di farmi ridere, facendo o dicendo qualcosa che trova la sua comicità nel nostro substrato di vissuto intimo e privato, ironizzando sulle mie debolezze e i suoi difetti, allora la nostra unione sarà salva, e non potrei desiderare di invecchiare con nessun altro al mio fianco. E non a caso giungo a questa conclusione proprio ora. Mia nonna materna, da alcuni giorni, si trova in ospedale, in bilico tra due mondi, e in queste ultime ore non ho potuto fare a meno di riflettere sulla sua figura di donna, sulle storie della sua giovinezza che mi ha raccontato, su certe confidenze e certi segreti che mi ha rivelato, su di sé e sul suo matrimonio.
Published with Blogger-droid v2.0.10

La sigaretta elettronica

Sarà tutto quello che volete, ma a me questi che si ciucciano le penne per strada fanno più schifo di quelli che fumano per davvero...
Published with Blogger-droid v2.0.10

05/03/13

Il seggio vacante

Un romanzo crudo, tremendo e orribilmente reale.
Una storia fatta di violenze domestiche e psicologiche, di adolescenti inquieti e ingestibili, di bambini maltrattati, mogli picchiate dai mariti, extracomunitari vittime di razzismo, prostitute e tossicodipendenti che non riescono a evitare che i servizi sociali tolgano loro i figli... Il tutto condito con il buonismo e l'ipocrisia della gente della piccola borghesia.
Un linguaggio duro, scurrile e vero.

Un romanzo che è lontano anni luce dai miei gusti. Un romanzo di più di 500 pagine che avevo pensato di interrompere già a pagina 30.
Perché sono andata avanti? Per l'autrice. Già, perché questo è il nuovo romanzo della Rowling, sì, quella di Harry Potter. Diciamo che dopo i 3/4 diventa un po' più avvincente e quanto meno si ha la curiosità di scoprire come va a finire. Poi la fine è il colpo di grazia. Roba da pentirsi di aver letto oltre pagina 30. Proprio da pianto disperato, perché queste sono cose che succedono davvero, purtroppo.

Ora, al di là di tutto, questa esperienza mi ha lasciato addosso due domande.
La prima: posso capire benissimo che non vuoi passare il resto della tua vita come "quella di Harry Potter", per quanto il maghetto occhialuto ti abbia risollevato propria da una situazione sociale simile a quella che hai descritto in questo romanzo... ma cavolo! Se proprio vuoi cambiare genere TOTALMENTE, almeno scrivi sotto pseudonimo. E' inevitabile che chi compra il "nuovo romanzo della Rowling" si aspetti un certo stile narrativo. Per carità, pure HP era una storia tremenda di un orfano affidato agli zii che lo hanno maltrattato per 11 anni, con il pazzo psicopatico che cercava di ucciderlo ecc, ma il tutto era narrato con la leggerezza delle fiabe. Qui, invece, il sangue c'è davvero. La droga c'è davvero, il sesso sporco, le parolacce, la cattiveria è tutta vera e cruda.

La seconda: ma quelli del Times, del Guardian e di tutti gli altri giornali che hanno scritto la recensione della quarta di copertina... l'hanno letto?? Tutti ne parlano come di "Una commedia divertente", "Un ritratto della società odierna narrato con leggerezza".... cioè... c'è un tizio che sfracella la testa di suo figlio di 13 anni sbattendogli in testa un ciocco del camino. C'è un bambino di 3 anni che assiste alle scene di sesso di sua madre che si prostituisce e le ripete all'asilo con le sue compagne. C'è una ragazzina che tutte le sere si provoca dei tagli "purificatori" sulle braccia. Divertente?
Finisce con il doppio funerale delle uniche due vere "vittime" di tutta la storia. Commedia? Bah.

Mi immedesimo in una zia che decide di regalarlo alla nipotina dodicenne "perché è il nuovo romanzo della Rowling", ha una copertina accattivante e recensioni in quarta di copertina incoraggianti. Povera ragazzina dodicenne!

Quindi, non regalatelo a chi ha amato Harry Potter.

04/03/13

Il marito in crisi

Lei si guarda allo specchio, in ascensore, smovendo alcune ciocche dei suoi capelli e fa una domanda a mezza voce: “Come sono venuti?“.
Il marito, accanto a lei, impallidisce. La domanda, la peggiore, la più subdola, quella dalla risposta sempre sbagliata, aleggia ancora nell‘aria. Non è proprio sicuro che sia stata rivolta a lui, sembrava quasi un pensiero a voce alta, ma se invece fosse stata rivolta proprio a lui non rispondere sarebbe stato peggio.
La scruta e comincia a farfugliare “Bene... li hai tagl...“ - nota lo sguardo della moglie e corregge il tiro - “...ti sei fatta il col...“ - non è neppure questo - “...volevo dire, l‘hennè...“ - sbagliato ancora - “...sono più ricc... lisc...“.
A quel punto, mossa a pietà, la moglie gli confida serenamente “Ho usato un balsamo diverso. C‘era un campioncino in una rivista... ma non vedo differenza. Tu sì?“
Il marito, tirando un gran sospiro, asciugandosi il sudore e riguadagnando i dieci anni di vita persi nei precedenti dieci secondi, risponde “A dire il vero, nemmeno io“.
L‘ascensore arriva al piano.

Published with Blogger-droid v2.0.10