03/04/13

Ancora viva, anche se non sembra

Diciamo che una decina di giorni fa la tonsilla destra, quella capricciosa, ha deciso di piantare il miglior casino degli ultimi 15 anni (*). Si è trasformata in un mostro doloroso e purulento, è uscita dalla sua sede naturale invadendo parte della gola e contaminando tutto il resto del palato, dell'attaccatura della lingua e dell'orecchio.
La dottoressa, mossa a pietà, mi ha risparmiato il soggiorno-vacanza in ospedale in cambio di due punture quotidiane di antibiotico-bomba atomica da fare a domicilio.
Poco male (anzi, taaaaaaaanto male sulle mie delicatissime parti sensibili posteriori), se non fosse che per i primi tre giorni (leggasi 6 punture) l'unico effetto è stato quello di non peggiorare (che può anche andare bene: come dire "Nessuna nuova, buona nuova"), poi un improvviso slancio di miglioramento all'alba del quarto giorno, condita con una forte reazione di "saturazione" da antibiotico dopo l'ottava puntura (di dodici).
Lasciate al volo le bambine dai miei genitori, la capatina alla guardia medica è stata, tutto sommato, rassicurante. I forti capogiri che ho avuto non hanno avuto seguito, sono durati poco più di un paio d'ore, ma niente di grave, solo tanta paura. Tantissima paura. Perché se mi veniva uno shock anafilattico, avanti che arrivava l'ambulanza, probabilmente non ne sarebbe rimasto niente da prendere.
La terapia mi è stata convertita in compresse, che fortunatamente non hanno avuto effetti collaterali.
Ora quando sbadiglio ho ancora un retrogusto di dolore alla base dell'orecchio, ma credo che il peggio sia andato.
Questo solo per dire che non sono sparita per pigrizia o per cose migliori da fare. Semplicemente lottavo per sopravvivere. Più degli altri giorni.


(*) una quindicina di anni fa mi era successa la stessa cosa, come complicazione di una tonsillite mal curata. Stavolta è arrivato il flemmone (così si chiama) nudo e crudo, di sua spontanea volontà. Simpatico, no?

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