06/10/14

Otto mesi

Da otto mesi sono sola, anche se, tra figlie, amiche, amici, parenti e qualche corteggiatore, non sono mai stata sola.
Mi ci sono sentita, questo sì, ma non lo sono mai stata.

Come va?
Boh? Va.
L'importante è che vada, in un modo o nell'altro.

Sembrerebbe che, in qualche modo, siamo riuscite a trovare un certo equilibrio in casa e fuori. Ci siamo abituate alla nuova routine, all'assenza fisica, al diverso assetto concreto e finanziario.
Angelica è quella che risente ancora dolorosamente della mancanza del padre in casa, e quando lo vede gli si appiccica addosso peggio di una cozza, e a vederla mi sanguina il cuore. Perché non è giusto. Non è giusto che una bambina così piccola debba vivere questo dolore che non è neppure in grado di capire. Ancora dopo otto mesi mi domanda perché ci siamo lasciati, suo padre ed io, e chi l'ha deciso. Non capisce, non sa e non potrebbe comprendere quanto sia stata dolorosa e altrettanto inevitabile la scelta. Quanto io abbia dovuto difendere con le unghie la mia dignità di donna e moglie. E quanto io stia male a vederla, a sentirla, a rispondere a quelle sue domande in modo sereno ed equilibrato, mentendole anche un po'.
Prima o poi lo saprà, e spero che a quel punto capirà la mia decisione.
Vivo di questa speranza.

Per il resto, a parte il magone costante nei confronti delle bambine, io sto bene, sto meglio. Mi sento ottimista. Mi manca solo un vero lavoro retribuito, per il resto, poi, non mi lamento.
Infine ci starebbe bene anche un flirt, a questo punto della storia, ma già a inizio estate ne stava cominciando uno che è subitaneamente finito (per mia fortuna oserei aggiungere) e non sono sicura di esserne davvero pronta.
Che poi non è il sesso in sé. Quello, se volessi veramente, probabilmente potrei anche procurarmelo con relativa facilità.
È l'uomo accanto. È una carezza. È qualcuno che ti aiuta a spostare i mobili pesanti o aprire i barattoli. È qualcuno contro cui accucciarti quando, in un letto matrimoniale incredibilmente grande e disperatamente vuoto, senti freddo nelle prime notti d'autunno.
Ecco, è questo che mi manca davvero.

Però sto bene.

3 commenti:

Santarellina ha detto...

E' la cosa migliore che potessi fare per te e per loro e per tutte le donne, non la più facile, ma la migliore. Al momento giusto lo sapranno e sapranno quanto coraggio e quanta forza hai avuto! E col tempo e un po' di fortuna, magari conosceranno anche la differenza che fa avere due "genitori" che si stimano, si appoggiano, si valorizzano e si amano.

Anonimo ha detto...

Se può consolarti io vivo come te anche se sono sposata da un mese (oggi).

Ho capito che la solitudine è solo una proiezione mentale e puoi essere in mezzo a miliari di persone ed essere lo stesso sola o puoi essere sola e sentirti lo stesso bene.
Ho capito che la felicità, quella che ti fa star bene, quella che ti fa vedere anche i piccoli gesti, la trovi solo se stai bene da sola, se impari ad amare il silenzio senza farti risucchiare da esso, se impari a tacere ed ascoltare, se impari ad osservare il tempo che passa cogliendone aspetti che, in compagnia, non avresti notato.
Se impari ad amare queste cose, quando sarai in compagnia tutto sembrerà diverso. Le modalità della diversità del decidi tu.

LA Santa

lucy ha detto...

No, gioia, concedimelo, ma non è la stessa cosa. Un conto è vivere separati all'interno di una coppia strutturata, un conto è vivere da soli in conseguenza alla distruzione della coppia strutturata. Tu avrai sempre e comunque "il pensiero che scalda il cuore", io, se ci penso, mi viene l'ulcera.