11/01/16

Il momento di tornare

In realtà non c'è stato un vero valido motivo per non scrivere nulla nei precedenti 31 giorni. Solo pigrizia, o forse uno stato d'animo a metà tra lo stanco e lo scazzato che non era né abbastanza allegro né sufficientemente nero.

Vediamo di riassumere brevemente com'è andato questo periodo di feste forzate e coatte.

Bah.

Ho lavorato, ma mi sono anche un po' riposata. Ho frequentato tanta famiglia, ma ho anche avuto un paio di giornate in solitudine. Ho rivisto una carissima amica, ma con tante altre non ci siamo neppure fatte gli auguri su whatsapp. Ho organizzato una festa di compleanno, ho guidato a lungo per espatriare in calabria, ho capito che le polpette di legumi non fanno per me, ho un po' discusso, ho molto riso, ho avuto la misura precisa della mia tolleranza nei riguardi di alcuni parenti, ho potuto respirare il vento tra gli alberi di un bosco, ho baciato alcune lacrime, ho rimpianto quelle mie che, da qualche tempo, sembrano essersi esaurite, ho mangiato tanto cioccolato, ho giocato senza mai vincere, ho rimproverato un po' le mie figlie, ho diretto il coro della mia famiglia allargatissima per cantare il "Va' pensiero" a capodanno.

Ma la cosa più importante che ho capito in questi 31 giorni è che la vita, a volte, riesce ad essere davvero molto strana.

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