16/10/17

Perché lo faccio

Ho donato il sangue due giorni fa. Qui, a Torino, in Piemonte.
Ho dovuto rifare tutta la trafila per i "candidati donatori" nonostante questa sia stata la mia 24esima donazione, perché la banca dati dei donatori di sangue è su scala regionale, dunque è come se io avessi appena iniziato.

Senza dubbio anche in questo, rispetto alla Sicilia, ho trovato maggiore organizzazione ed efficienza. In meno di due ore ero già di nuovo a casa, ho aspettato il turno per una ventina di minuti al massimo, e dalle finestre dell'autoemoteca si godeva una suggestiva visuale sull'autunno dorato e rossiccio del parco dove sta parcheggiata.

Io ho iniziato a donare il sangue a 18 anni esatti, e mi sono interrotta solo per quei 7 anni tra l'inizio della gravidanza di Matilde e i due anni compiuti di Angelica. Sia prima che dopo dell'intervallo 2005-2012 ho donato sempre, con periodicità regolare. E solo parlandone con il medico che mi ha fatto l'intervista pre-donazione mi sono chiesta il perché.

Per egoismo, forse. Perché in questo modo di sono riuscita ad avere gratis un quadro generale del mio stato di salute almeno due volte l'anno. Un po' per senso del dovere. Perché ho spesso sentito parlare di carenza di sangue nelle riserve degli ospedali siciliani che sono costretti a comprarlo da altre regioni.
Ma forse, soprattutto, perché mi fa piacere pensare di poter essere d'aiuto. D'aiuto a sconosciuti e a titolo totalmente gratuito e anonimo, ma d'aiuto. D'aiuto a qualcuno che ne ha bisogno. Nella speranza che, casomai dovessi essere io ad averne bisogno un giorno, da qualche parte ci sia stato qualcun altro che abbia voluto essere d'aiuto a me.

1 commento:

Trasparelena ha detto...

complimenti! anche io lo farei se rientrassi nei parametri (emoglobina troppo bassa, pressione troppo bassa. uff)