27/11/17

Meno cinque

Oggi ho subìto l'estrazione di un dente, un molare dalla vita travagliata che ha iniziato a darmi problemi 6 anni fa e che il mio dentista storico ha cercato di salvare in tre diverse occasioni, l'ultima delle quali tre anni fa, incapsulandolo. Da 5 mesi aveva ripreso a darmi fastidio, col culmine un mese e mezzo fa, e con un crescendo di fastidi che mi hanno convinto a cercare un dentista a Torino. Su Google.

Adesso che sono a casa mi rendo conto che ho sviluppato una grande capacità di fidarmi e affidarmi ai perfetti sconosciuti. Sono una che si fida.
Questo dentista è il più vicino a casa, e questo è stato l'unico metro di giudizio. Ho preso appuntamento per venerdì scorso, sono andata, lo studio fantascientifico, lui un bonazzo dagli occhi azzurri, bene: piglio e mi faccio togliere un dente. Senza altri pareri, senza rifletterci più di tanto, senza nemmeno parlarne con qualcuno della famiglia. Piglio e vado. Ero esasperata dal fastidio e dal dolore per il dente ormai distrutto letteralmente, ma forse non abbastanza da non poter aspettare.

Vabbè, ormai è andata. Via il dente, via il dolore.
È il quinto dente che tolgo in vita mia. Dice: vuole che innestiamo un po' di osso sintetico così tra sei mesi può fare un impianto?
No, grazie. Quando li avrò tolti tutti mi metto la dentiera come mia nonna.

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